venerdì 3 aprile 2009

Raku

Vuol dire "godimento della libertà". E un antica tecnica di origine giapponese con la quale vengono foggiati oggetti unici, una forma espressiva ricca di personalità e coinvolgimenti filosofici. Nel sedicesimo secolo i Giaponesi usavano la ceramica raku per servire il tè.
Oggi la ceramica raku ha una forma semplice e nonostante che quello americano è più vigoroso, mantiene comunque la sua caratteristica di semplicità, naturalezza e libertà.

La lavorazione

La ceramica raku durante la cottura viene sottoposta a stress e tensioni di riscaldamento e raffreddamento rapidi. Ed per questo deve avere le particolari caratteristiche da poter resistere allo shock termico. Quindi si usa l'argilla ricca di materiale refrattario (allumina e silice) resistibile alle tensioni che si creano durante la riduzione. Il materiale usato è meno plastico, meno lavorabile e ha anche dei limiti alle dimensioni e complessività del oggetto. Può essere lavorato al tornio, colombino e a mano.

La decorazione

Il raku non dà mai risultati certi, buona parte del risultato è dato dal caso anche se, con l’esperienza e la pratica, si può arrivare a un buon grado di consapevolezza di ciò che si otterrà.
Gli smalti utilizzati sono caratterizzati da un basso punto di fusione.
Le parti non smaltate dei manufatti reagiranno alla riduzione assumendo una colorazione grigia o nera a seconda della riduzione subita.

La riduzione

La riduzione è il momento della lavorazione più emozionante, spettacolare e in parte imprevedibile.
Il raku moderno è diverso rispetto a quello inventato in Giappone, infatti i ceramisti Giapponesi, al momento della fusione degli smalti, estraevano il pezzo dal forno e lo lasciavano raffreddare all’aria o immergendolo nell’acqua. Oggi, dopo l’estrazione, si sottopone l'oggetto ad una forte riduzione mettendolo immediatamente in un contenitore con della segatura, foglie secche, carta o altro materiale combustibile. Dopo si richiude tutto e lascia raffreddare.
Si può variare la riduzione aprendo in parte il coperchio oppure bloccarla, immergendo l’oggetto in acqua.
Per ottenere splendidi lustri metallici (come sulla foto del mio vaso) bisogna aggiungere allo smalto circa il 2% di nitrato d’argento e mettere l'oggetto immediatamente in riduzione dopo l’estrazione.
La temperatura di estrazione è intorno ai 1000°C.

14 commenti:

  1. Hello Martinia,

    I am not certain how well you speak english but I am writing anyway to say thank you for your lovely comment on my blog.

    I love Italian ceramics and have been to Italy many times. Last year I was in Deruta and went to Gialetti Giulio.

    I can't read Italian. Do you make ceramics or collect it?

    Hope you have a good weekend as well.

    -Karen

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  2. Complimenti, sempre precise e dettagliate le tue spiegazioni!!!
    Ciao e buon fine settimana
    maria rosa

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  3. Bellissimo articolo! Sempre molto interessanti le tue immagini e le tue descrizioni, il tuo è un blog davvero utile!
    Ciao e buon fine settimana.

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  4. Rieccomi, cara amica! bello questo vaso.. sai quand'ero più giovane ho voluto sperimentare anche io la lavorazione della creta... avevo un forno proprio sotto casa e così ho fatto qualche statuina che si è persa chissà dove...oggi dipingo le ceramiche a freddo, anche perchè non potrei più maneggiare la creta, umido e freddo non fann0o più per me...Un abbraccio ^__^

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  5. Ciao Martinia,
    grazie x la visita.........auguri di buona domenica delle palme anche a te!!!!!!!!!!!baci Mela

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  6. Vorrei salutare e ringraziare tutti per i graditissimi commenti, un abbraccio e buona Domenica delle Palme:-)

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  7. Ciao Martinia, grazie per esseri iscritta al mio blog candy!!!
    Ti auguro una buona giornata, ciao
    Maria Rosa

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  8. Beautiful! I love Raku! I have always wanted to make Raku beads. Your painting is wonderful! I tried to use the google translator, but it would never come up in English, but I will keep trying to figure it out.

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  9. HI nice blog.. Keep posting.. friend.. i cant resist of clicking follow button... :)

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  10. Ciao Martinia,io ho un fornetto a pozzetto a corrente,che uso per la seconda e terza cottura,secondo te posso usarlo per la raku?
    Complimenti per il sito veramente interessante!
    Sara

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  11. Cara Sara, per la cottura raku si usa solo il forno a gas all'aperto, perche' come sicuramente sai, gli oggetti vanno estratti bollenti e immersi subito nel contenitore con la segatura e carta , e successivamente vanno messi nell'acqua per la riduzione. Si consiglia di usare guanti e le mascherine per i fumi tossici. Grazie per i gentili complimenti e un abbraccio:)))

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  12. la mia idea sarebbe quella di sistemare il forno all'esterno e quando raggiunge la temperatura di 1000° aprire il coperchio e togliere gli anelli ma ho paura che la differenza di temperatura danneggi il forno..
    Sara
    rosettaofficinacreativa

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  13. Non ti preoccupare cara Sara, puoi tranquillamente aprire il forno a 1000 gradi e estrarre gli oggetti con appositi guanti e pinze. La differenza delle temperature (la riduzione) fa si, che gli oggetti acquistano differenti sempre incredibilmente inprevedibili colorazioni:-) Un abbraccio:))

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